Coassolo è un paese territorialmente molto esteso, e i rapporti tra le frazioni principale di San Nicolao e di San Pietro non sono sempre stati idilliaci: le popolazioni dei due raggruppamenti, che comprendono numerosissime frazioni minori, hanno avuto spesso una tendenza al corporativismo interno, dunque a un certo grado di isolamento che ha portato alla formazione di tradizioni relativamente separate. Uno degli esempi più rilevanti è costituito dalla sostanziale divisione delle feste patronali: San Nicolao da una parte, San Pietro e San Paolo dall’altra, ma questo tipo di differenziazione risulta evidente anche in altre feste. La Madonna del Rosario è festeggiata solo a San Nicolao mentre San Giovanni Bosco si festeggia a San Pietro, anche se ultimamente si è registrata una certa apertura nei confronti degli altri coassolesi.
E’ importante aprire una parentesi sul “Priorato”, concentrandoci sul significato particolare che esso assume quando si parla di feste, non solo in ambito coassolese ma anche in molti altri paesi. Le origini possono risalire o avere legami con le antiche Compagnie dei Giovani che anticamente gestivano i tempi festivi attraverso gruppi di giovani maschi celibi. Questi gruppi erano dotati di una rigida gerarchia con a capo un Abate (alcune volte chiamato Re, specie in relazione alle Compagnie dei Folli, analoghe alle Compagnie dei Giovani). L’Abate era affiancato molto spesso da un Alfiere e la gerarchia delle Compagnie ricalcava quella militare: tale carica non poteva essere rifiutata e veniva assegnata una volta all’anno dopo la festa principale della comunità di riferimento. Queste compagnie avevano anche ruoli difensivi che avevano conferito loro un notevole potere, ben presto temuto dalle autorità civili. Inoltre queste associazioni giovanili erano malviste dalla Chiesa, prima di tutto perché deridevano la sua autorità (non a caso il capo della Compagnia si chiamava “Abate” e talvolta gli altri soci prendevano il nome di “Monaci”) ma anche perché contribuivano a perpetuare resti di culti pagani come il culto degli alberi sacri. Col tempo quindi queste associazioni persero i loro poteri andando incontro a destini diversi: in alcuni c
asi sono scomparse, in altre sono sopravvissute come Abbadie che ancora oggi gestiscono le festività dei loro paesi, in altri ancora le Abbadie si sono trasformati in Priorati.
Per Priorato qui non si intende una carica religiosa, bensì un'istituzione consuetudinaria che permette di nominare temporaneamente un individuo, o un gruppo di individui, alla carica di “Priore” di una particolare festa. Il compito del priore, o più spesso del gruppo di priori, consiste nel finanziare e organizzare la festa in questione. Tale istituzione è molto radicata anche a Coassolo. Introdurre questo argomento ci permetterà di ampliare lo sguardo e di aprire così una piccola panoramica sulle altre festività coassolesi. La maggior parte di queste feste è incentrata sulla celebrazione religiosa che giunge al culmine nel momento della processione, quando la statua del Santo celebrato in una particolare occasione viene portato in trionfo per le vie del paese in un percorso circolare che inizia e si conclude nella piazza antistante la chiesa parrocchiale. Dopo la conclusione del rito religioso, che prevede anche la partecipazione della banda musicale (La Cattolica a San Nicolao, Corpo Musicale San Pietro a San Pietro), è in genere prevista la partecipazione ad un pranzo al quale tutti i paesani possono partecipare.
Ogni festa ha appunto i suoi Priori che, secondo la tradizione, "Ricevono la festa" (quando un priore passa il testimone ad un altro si usa dire che "Dà via la festa" ovvero passa al suo successore onori e oneri) da quelli dell'anno precedente e sono spesso selezionati secondo criteri diversi in base alla festività in questione. Alcune, come ad esempio quella di San Nicolao, richiedono priori autoctoni, in particolare capi famiglia che abbiano superato almeno i cinquant'anni. Nominare un non autoctono priore, in questo caso, diventa il simbolo di una vera e propria adozione ufficiale da parte della comunità. Una ricorrenza che, dal punto di vista della nomina dei priori, presenta delle somiglianze con quella di San Nicolao è quella di San Giovanni Bosco, dove i priori vengono scelti tra i coscritti dell'anno, preferibilmente risiedenti in San Pietro. In
passato, la presenza di priori di San Nicolao a questa festa ha causato reazioni opposte: positive tra coloro sostengono la necessità di abbattere le barriere tra frazioni; negative in quello che si può definire come una sorta di "partito divisionista".
Tra le feste maggiori ricordiamo anche quella di San Giuseppe, celebrata la prima domenica successiva al 19 marzo, che vede protagonista la Compagnia di San Giuseppe, nata dalla fusione tra la Compagnia maschile e quella femminile un tempo rigorosamente divise tanto da organizzare feste separate. Da segnalare inoltre che ancora oggi l'ingresso nella Compagnia è ereditario: quando un membro muore, il figlio o la figlia prende automaticamente il posto del genitore defunto. Un tempo si sarebbe potuta annoverare tra le feste maggiori anche quella della Madonna del Rosario, caduta in disuso e recentemente ripristinata e tramandata di anno in anno ai priori come altre feste religiose; secondo la norma consuetudinaria, i priori devono essere celibi.
Come si può intuire da quanto detto sin qui, l'assegnazione del priorato rispecchia l'ordine gerarchico delle feste, in una gerarchia che attribuisce maggior importanza a quelle legate ai grandi Santi venerati nelle chiese principali, mentre assegna una posizione tendenzialmente subordinata alle cosiddette feste delle cappelle prescrivendo il conferimento del priorato di suddette celebrazioni a persone via via più giovani. Le feste delle cappelle sono molto numerose e non sempre omogenee al loro interno. Una delle più importanti anche per i giovani è la festa della Grata, una particolare cappella di forma circolare dedicata alla Madonna delle Grazie. Un tempo tale chiesetta era un punto di aggregazione per tutti i coassolesi perché costituiva un luogo di ritrovo per tutti coloro che si recavano a spremere noci per produrre olio al sottostante Mulino di Barot, l'unico ad avere l'autorizzazione necessaria. La festa primaverile, un tempo riservata agli abitanti delle frazioni circostanti, contrapposta a quella autunnale che era aperta a tutto il paese, oggi vede protagonisti i ragazzi: in genere la scelta cade su quindicenni di entrambi i sessi. I priori, come spesso accade nelle feste delle cappelle, devono comprare il pane che attraverso la benedizione impartita dal sacerdote celebrando la Messa, diventerà "carità" da distribuire ai partecipanti insieme ad un piccolo rinfresco. Come in tutte le altre feste appartenenti a questa tipologia, il passaggio di consegne da un priore all'altro avviene attraverso la donazione a ciascun prescelto di una speciale pagnotta benedetta a cinque punte. Da segnalare anche in questa categoria di feste quella di Sant'Anna dove il priorato è assegnato spesso ad una coppia sposata: lo svolgimento è analogo a quello descritto precedentemente e lo stesso si può dire delle feste di San Sebastiano e della Madonna della Neve con le relative cappelle. Particolarmente importante e sentita ancora oggi è la festa di San Rocco, la cui cappella si trova in frazione Castiglione. Questa celebrazione coinvolge in modo trasversale tutto il paese ed è l'unica tra le feste di cappella a prevedere un pranzo oltre che giochi per bambini.